Nel cuore di un giardino urbano, spontaneo e ibrido, si apre un varco nel tempo: un universo sospeso dove passato e presente si intrecciano, e antiche figure, custodi di un’immagine idealizzata della natura, si muovono con grazia silenziosa e mistero. Il giardino si trasforma, si anima in una cerimonia collettiva. Tra i suoi sentieri nascosti, la performance si svela in frammenti: gesti segreti, apparizioni improvvise, incontri che si fanno rito. Corpi e linguaggi si fondono in una danza rituale che abita lo spazio e ne riscrive il paesaggio. A dare forma a questo racconto corale sono diciotto performer, sordi e udenti, che hanno preso parte ad una ricerca teatrale, alla scoperta di nuove modalità di espressione, ascolto e connessione. La performance prende vita nel giardino comunitario di Artemadia, durante la Design Week 2025, in collaborazione con T12Lab e Comin.

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In the heart of an urban garden, spontaneous and hybrid, a passage through time opens: a suspended universe where past and present intertwine, and ancient figures, guardians of an idealized vision of nature, move with silent grace and mystery.

The garden transforms, coming alive in a collective ceremony. Along its hidden paths, the performance unfolds in fragments: secret gestures, sudden apparitions, encounters that become ritual. Bodies and languages merge in a ritual dance that inhabits the space and rewrites its landscape.

Shaping this collective narrative are eighteen performers, both deaf and hearing, who have taken part in a theatrical journey—an exploration of new forms of expression, listening, and connection.

The performance comes to life in the community garden of Artemadia, during Design Week 2025, in collaboration with T12Lab and Comin.